Quali sono i migliori apparecchi acustici del 2024? Nella nostra classifica abbiamo identificato quattro apparecchi che si distinguono per qualità del suono, funzioni ed estetica. Al primo posto Starkey Genesis…
Non volevo gli apparecchi acustici: il racconto di Rowdy Gaines, tre volte oro nel nuoto
Rowdy Gaines è un ex nuotatore statunitense, vincitore di tre medaglie olimpiche a Los Angeles 1984. Al suo attivo ha anche dieci record mondiali. Ora è commentatore sportivo e da circa 15 anni soffre di problemi di udito. In un’intervista con Gael Hannan, per Hearing Health & Technology Matters, racconta del suo percorso verso la presa di coscienza del problema e di come lo ha affrontato.
Rowdy Gaines è un ex nuotatore statunitense, vincitore di tre medaglie olimpiche a Los Angeles 1984. Al suo attivo ha anche dieci record mondiali. Ora è commentatore sportivo e da circa 15 anni soffre di problemi di udito. In un’intervista con Gael Hannan, per Hearing Health & Technology Matters, racconta del suo percorso verso la presa di coscienza del problema e di come lo ha affrontato.
“Sono nato a Winter Haven, in Florida e vivevamo su un lago, così ho imparato a nuotare prima ancora di camminare. Però ho iniziato a livello agonistico solo quando avevo 17 anni. Sono entrato nella squadra di nuoto del liceo e nel giro di due anni e mezzo ho battuto il mio primo record mondiale e sono entrato nella squadra olimpica del 1980. Non abbiamo potuto partecipare alle Olimiadi a causa del boicottaggio, così mi sono allenato per altri quattro anni per le successive olimpiadi. Ho avuto il mio momento di gloria nel 1984, a Los Angeles, dove ho vinto tre medaglie d’oro”.
“Ora ho 65 anni e mi sono accorto di avere problemi di udito verso i 50 anni, quando ho iniziato ad avere difficoltà nel sentire le conversazioni, soprattutto nei luoghi affollati. Me ne sono accorto anche in famiglia, in particolare con mia moglie, che me lo ha fatto notare. Così ho iniziato a pensare, di fare qualcosa al riguardo.”
“Quando mi sono accorto della mia perdita dell’udito, circa dieci anni fa, la prima cosa che ho fatto, è stata andare a fare un test dell’udito presso un negozio di apparecchi acustici.”
“È così che è iniziato tutto. La prima cosa è stata la negazione: andrà tutto bene, ho pensato. Non avevo intenzione di fare nulla. Di certo non volevo indossare apparecchi acustici. E così non ho fatto niente per altri tre o quattro anni.”
“Alla fine, mi sono reso conto che la cosa influiva sulle mie relazioni e sulla mia vita professionale: durante le riunioni, stando in famiglia, guardando la televisione senza sottotitoli, e con mia moglie che mi sussurrava all’orecchio. Insomma, le piccole cose hanno iniziato a farsi sentire. Dovevo ingoiare il mio orgoglio e fare qualcosa. È stato allora che mi sono rivolto a un audioprotesista professionista, rendendomi conto che la perdita era ancora maggiore di quella che pensavo.”
“Fino ad allora il mio ego non mi avrebbe mai permesso di usare qualcosa che la gente avrebbe potuto vedere e avrebbe potuto guardarmi in modo diverso. Ma poi ho capito che mancava qualcosa nella mia vita. E poi devo dire che lo stigma degli apparecchi acustici è cambiato radicalmente rispetto a 40 o 50 anni fa.”
“E anche la tecnologia è certamente cambiata. E alla fine mi sono reso conto che questa era la cosa migliore da fare. All’inizio, avevo scelto una specie di apparecchio acustico da 50 dollari da banco, ma poi mi hanno consigliato qualcosa di più sofisticato, ma anche molto caro. Anche in questo caso, ho pensato che non ne avevo davvero bisogno. Avevo solo bisogno di qualcosa di molto semplice. Ovviamente, con il senno di poi, non sono state decisioni sagge.”
“Durante il mio periodo di rifiuto verso gli apparecchi acustici, è stato difficile continuare con la stessa vita di prima. È stato frustrante per me e per le persone con cui dovevo comunicare, prima di tutto mia moglie, ma ora le cose stanno cambiando. Ho capito che era davvero fondamentale per me mantenere lo stesso stile di vita anche nella seconda parte della mia vita.”
“Ora, quando indosso i miei apparecchi acustici al mattino, è come se avessi di nuovo 25 anni. Sono molto affascinato dalla tecnologia. Ma la tecnologia è solo un aspetto, sono importanti anche gli aspetti psicologici. Ogni giorno ci sono delle piccole cose da fare con la perdita dell’udito. Questo fa parte del viaggio nella comunicazione.”
Oggi Rowdy Gaines è un commentatore sportivo e i suoi apparecchi acustici sono un valido aiuto anche per il suo lavoro.
“Per me la cosa più importante è la comunicazione al di fuori delle trasmissioni vere e proprie, come le riunioni che abbiamo quotidianamente. Alle Olimpiadi di Parigi, sarò in piscina per 18 ore al giorno per i nove giorni di gara. Questa è la mia nona Olimpiade da commentatore e mi sono abituato in qualche modo alla routine delle Olimpiadi. Ma ora, grazie a questa tecnologia, ho la possibilità di fare la differenza in un contesto enorme e con molte persone. Li indosso anche se ho le cuffie durante la trasmissione. Quando trasmetto, ho una cuffia con microfono e parlo di nuoto. A volte è molto stressante, ho quattro o cinque persone che mi parlano all’orecchio contemporaneamente: il mio partner, il produttore, l’addetto alle statistiche, il regista… a volte parlano tutti contemporaneamente.”
“Ma la cosa più bella è che ora, grazie alla tecnologia, riesco a distinguere più facilmente i diversi suoni delle loro voci e delle loro cadenze perché riesco a sentirli meglio.”
Foto di copertina: Hearing Health & Technology Matters