La sordità può insorgere a qualunque età. Può essere di diversi tipi e gradi. Risolvere i problemi della sordità è possibile con soluzioni personalizzate. Come funziona l'udito I suoni provenienti…
I disturbi dell’equilibrio: riconoscerli per curarli
Le richieste di visite per disequilibrio (disturbi dell’equilibrio), vertigine, instabilità e capogiri costituiscono circa il 6% di tutte le visite mediche e la loro frequenza aumenta con l’aumentare dell’età. Si stima che circa il 40% della popolazione sopra i 50 anni avverta tale disturbo.
Capogiri o vertigini
Spesso il termine “capogiro” viene usato per descrivere diverse sensazioni, come ad esempio una sensazione di imminente svenimento, una sensazione di disequilibrio, una sensazione di “testa fluttuante”.
Quando si parla di vertigine si vuole invece indicare una ben precisa condizione: la vertigine viene definita come una sensazione erronea di movimento di sé stessi o dell’ambiente che ci sta attorno (come se girassimo o ciò che ci circonda iniziasse a girarci intorno), non veritiera e non correlata al reale movimento.
Forse per la difficoltà nell’esprimere con le parole ciò che si prova, spesso i termini “capogiro”, “vertigine” e altri sinonimi vengono utilizzati per descrivere la medesima condizione, ma qualunque sia il termine utilizzato per descriverla questa sensazione risulta fastidiosa e potenzialmente invalidante, soprattutto se accompagnata da sintomi quali nausea e vomito.
Il sistema vestibolare: la sede dell’equilibrio
Il sistema vestibolare rappresenta il principale sistema di controllo dell’equilibrio. Esso è costituito da:
- Labirinto, localizzato nell’orecchio interno
- VIII nervo cranico, responsabile della trasmissione delle informazioni nervose raccolte dall’orecchio al cervello
- Tronco encefalico e cervelletto, a livello dei quali si trovano importanti centri di regolazione ed elaborazione delle informazioni sull’equilibrio.
Il labirinto vestibolare è posizionato posteriormente alla coclea, la porzione dell’orecchio deputata alla percezione dei suoni. Ha il compito di raccogliere informazioni circa la posizione della nostra testa rispetto all’ambiente esterno. È costituito da:
- tre canali semicircolari alle cui estremità si trovano le cellule ciliate, strutture recettoriali che raccolgono le informazioni relative alle rotazioni del capo inviandole poi al nervo vestibolare
- due cavità, simili a delle sacche, chiamate utricolo e sacculo, all’interno delle quali sono presenti dei cristalli di carbonato di calcio (detti otoliti) i quali eccitano o inibiscono la trasmissione nervosa diretta al cervello.
All’interno del labirinto è presente un liquido (l’endolinfa) che registra i cambiamenti di posizione della testa nello spazio in seguito alle rotazioni e ai movimenti del capo, andando così a stimolare o inibire i recettori.
Le informazioni raccolte dai recettori vestibolari viaggiano verso il cervello attraverso il nervo vestibolare che, insieme al nervo cocleare (responsabile della trasmissione uditiva), forma l’VIII nervo cranico (detto anche nervo cocleovestibolare). Lungo il loro percorso le informazioni vengono elaborate da altre importanti strutture, quali il tronco encefalo e il cervelletto, responsabili della regolazione della postura, dei movimenti idonei al mantenimento dell’equilibrio sia in riposo che durante gli spostamenti e del controllo dei movimenti dell’occhio che mantengono a fuoco le immagini durante i movimenti.
Una qualunque patologia a carico di una di queste strutture causare disturbi dell’equilibrio. Nel caso in cui la lesione sia localizzata a livello dell’orecchio interno è possibile la comparsa, oltre al disequilibrio, anche di sintomi uditivi (come acufene e perdita di udito). Inoltre condizioni generali che possono coinvolgere anche le funzionalità del sistema nervoso come ipoglicemia, ipertensione, anemia o l’uso di alcuni farmaci potrebbe essere responsabile dell’insorgere di alterazione dell’equilibrio.
È bene comunque specificare come, seppur molto fastidiosa e a volte invalidante, tale condizione solo raramente è segno di patologie gravi.
Cause più comuni di vertigine
Vertigine posizionale parossistica
Rappresenta la più comune causa di vertigini di natura periferica. È causata dallo spostamento di alcuni gruppi di otoliti normalmente contenuti dell’utricolo e nel sacculo i quali, una volta distaccatesi dalle strutture che li accolgono, possono penetrare all’interno di uno dei canali semicircolari andando così a iperstimolare le strutture recettoriali ivi presenti, determinando una risposta abnorme in conseguenza a movimenti solo moderati del capo.
Malattia di Menière
È una patologia dell’orecchio interno, dovuta ad un aumento del volume dell’endolinfa e caratterizzata dalla presenza di sintomi audiologici e vestibolari. È caratterizzata da ovattamento auricolare, calo della capacità uditiva, acufene e vertigini di tipo rotatorio (come se ci trovassimo su una giostra).
Neurite vestibolare/labirintite
Consiste in un’infiammazione del nervo vestibolare. La sintomatologia è rappresentata da un’intensa vertigine accompagnata da nausea e vomito che si riduce anche spontaneamente nell’arco di alcune settimane. Tuttavia è possibile che residui un senso di instabilità cronica.
Vertigine emicranica
È un tipo particolare di vertigine che si presenta in associazione o al posto di un’emicrania. Colpisce normalmente soggetti con storia familiare e/o personale di emicrania.
Effetti collaterali di farmaci
Diversi farmaci possono causare disturbi dell’equilibrio. Alcuni farmaci risultano lesivi in maniera specifica per le strutture dell’orecchio (farmaci ototossici) causando instabilità e difficoltà uditive. Altri farmaci, come ad esempio i farmaci ad effetto sedativo, possono alterare delle funzioni cerebrali implicate nel manenimento dell’equilibrio.
Condizioni generali e multifattoriali
Soprattutto nei pazienti anziani le vertigini possono essere a patogenesi multifattoriale, ossia possono essere dovute a differenti cause che combinandosi tra loro possono dare origine al disturbo. Effetti avversi di diversi farmaci, alterazioni della vista e della forza muscolare correlate all’età, condizioni che riducono l’apporto ematico, di nutrienti e di ossigeno alle strutture cerebrali (ipoglicemia, ipertensione, anemia marcata ecc) rientrano tra le più comuni cause di patologie dell’equilibrio
Cause non comuni di disturbi dell’equilibrio
Solo in una minoranza di casi i disturbi dell’equilibrio possono essere dovuti a patologie più gravi. Tra queste possono essere annoverate:
- Tumori dell’angolo ponto-cerebellare (neurinoma dell’VIII nervo cranico)
- Ictus del tronco encefalo o del cervelletto
- Lesione a livello della base cranica
- Sclerosi multipla e altre malattie demielinizzanti
Quando rivolgersi al medico
In caso di perdita di equilibrio sarebbe bene rivolgersi al medico per identificare la causa del problema e affrontarla nel modo più opportuno. Uno specialista audiologo od otorinolaringoiatra è in grado di identificare attraverso esami specifici una disfunzione dell’apparato vestibolare e/o delle strutture connesse all’orecchio interno e indirizzare il paziente verso un trattamento mirato.
Nel caso in cui la sensazione di capogiro risulti essere accompagnata da altri sintomi più gravi quali ad esempio perdita di coscienza, sintomi neurologici (come difficoltà nel parlare, nel deglutire, nel muovere un braccio o una gamba) sarebbe opportuno recarsi presso l’ospedale più vicino e richiedere tempestivamente degli esami neurologici.
Trattamento
Laddove possibile il trattamento principale mira alla causa.
Le vertigini acute causate da disturbi dell’orecchio interno (come Malattia di Menière, labirintite, o neuronite vestibolare), possono trarre beneficio dall’uso di farmaci ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale come le benzodiazepine.
Le vertigini dovute a una vertigine posizionale parossistica vengono trattate con particolari manovre liberatorie eseguite da uno specialista, con lo scopo di riposizionare gli otoliti nella loro sede originaria.
La Malattia di Menière viene gestita al meglio da uno specialista audiologo od otorinolaringoiatra il quale metterà a punto una terapia personalizzata sulla base della situazione clinica del paziente.
Se le vertigini sono croniche, ossia sono presenti da lungo tempo, o se dopo la risoluzione degli eventi acuti persiste una sensazione continua di instabilità è raccomandata la riabilitazione vestibolare, consistente in esercizi modificati di volta in volta da effettuarsi sotto la supervisione di personale esperto, che si pongono l’obiettivo di migliorare l’equilibrio del soggetto affetto da instabilità.