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Il rumore: un inquinamento invisibile ma pericoloso per tutti

Chi vive nelle città è consapevole dei danni causati dall’inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni delle auto e delle attività produttive. Ma quando si parla di inquinamento acustico, pochi sono a conoscenza delle reali conseguenze che questo può avere sulla propria salute.

Si calcola che circa 30 milioni di Americani siano esposti costantemente a rumori dannosi, ben 10 milioni in più rispetto a 10 anni fa secondo il rapporto dell’American Speech-Language-Hearing Association (ASHA). In Europa, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente il 20% della popolazione europea è esposta a lungo termine a livelli di rumore nocivi per la salute. Vale a dire ben più di 100 milioni di persone!

I danni per la salute

I danni per la salute vanno oltre i problemi uditivi e comprendono irritabilità, disturbi del sonno, effetti deleteri a carico del sistema cardiovascolare e metabolico nonché compromissione delle facoltà cognitive nei bambini. La maggior parte delle persone non è consapevole di quanto l’inquinamento acustico sia un problema importante, che incide in maniera severa sulla salute umana, oltre ad avere un impatto maggiore sugli indicatori relativi alla qualità della vita e al benessere psichico. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il rumore è la seconda causa ambientale di problemi di salute, subito dopo l’inquinamento atmosferico da particolato.

Anche la legge italiana (l.n. 447/1995, art. 2) fornisce una descrizione di inquinamento acustico che va ben oltre il solo danno al sistema uditivo. Lo definisce come “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”.

Una direttiva europea datata 2002 prevede la mappatura del rumore all’interno dell’intera comunità per determinare un piano d’azione al fine della riduzione dell’inquinamento ambientale. Secondo il recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che fotografa il rumore ambientale in Europa nello scorso anno 2020, ancora 10 paesi europei non hanno prodotto la documentazione.

La perdita dell’udito

Ma se le conseguenze dovute all’inquinamento acustico interessano diversi aspetti della salute, quelle più dirette sono senza dubbio quelle relative al sistema uditivo. L’ esposizione prolungata a rumore pari o inferiori a 80 dB non ha conseguenze sull’apparato uditivo, ma quando le soglie di rumore superano questi valori i danni possono essere temporanei o permanenti in relazione all’entità del rumore e alla durata dell’esposizione.

La soglia massima di rumore oltre al quale i suoni possono essere dannosi è stabilita in 80 decibel (dB) che equivale al suono di una sveglia. Oltre tale valore l’orecchio percepisce un fastidio fino ad arrivare a un trauma che può essere causa di ipoacusia improvvisa. Le principali fonti di inquinamento acustico urbano e extraurbano sono:

  • cantieri
  • traffico
  • aeroporti
  • aree industriali

Anche tra le professioni, alcune sono a maggior rischio di altre, come ad esempio:

  • camionisti e corrieri
  • giardinieri e agricoltori
  • lavoratori nelle costruzioni
  • musicisti
  • personale aeroportuale

Come proteggersi

Innanzitutto bisogna imparare a riconoscere i livelli di rumore ai quali si è sottoposti. In questo ci aiuta la tecnologia con numerose app affidabili in grado di misurare il rumore ambientale.

In secondo luogo la cosa più efficace che i lavoratori a rischio possono fare è educare se stessi a limitare la propria esposizione a livelli sonori potenzialmente dannosi. L’uso di protezioni auricolari adeguate è un modo efficace per abbassare il livello sonoro al quale si è esposti. È buona norma usare delle protezioni anche quando l’esposizione al rumore è occasionale, come ad esempio un concerto ad alto volume.


Foto di copertina: freepik – it.freepik.com

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