Indossare un apparecchio acustico è ancora per molte persone uno stigma difficile da superare. Nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento sono molte le iniziative che intendono combattere questo stigma e…
Chi è sordo non è meno intelligente: ecco come combattere lo stigma
L’American Speech-Language-Hearing Association (ASHA) l’associazione nazionale dei professionisti dell’udito ha realizzato un sondaggio tra le persone affette da disturbi della comunicazione e dell’udito.
Il sondaggio, eseguito a livello nazionale, rivela che la maggior parte degli adulti con disturbi dell’udito o del linguaggio subisce ancora una forte stigmatizzazione e si sente emarginato o considerato meno intelligente.
I risultati sono stati comunicati a maggio in concomitanza con il Mese Nazionale dell’udito negli Stati Uniti.
Come si sente una persona con problemi di udito?
Il 65% degli intervistati ha riferito le seguenti esperienze:
- si sente emarginato e giudicato
- si sente considerato meno intelligente
- non viene riconosciuto per i risultati ottenuti
- si sente etichettato, bullizzato o trattato con sufficienza.
Il sondaggio, condotto alla fine di febbraio, ha coinvolto un campione di 1.004 adulti con difficoltà di udito o di linguaggio.
Quante persone soffrono di disturbi della comunicazione?
Milioni di americani presentano problemi di comunicazione. Secondo l’ASHA, circa 2 milioni di persone soffrono di afasia (disturbo del linguaggio caratterizzato da alterazioni nella comprensione), più di 3 milioni balbettano e circa 38 milioni hanno problemi di udito.
Sebbene questi disturbi possano rendere più difficile la comunicazione, non dipendono dall’intelligenza di una persona. Molti sviluppano problemi in età adulta per differenti motivi, tra cui ictus, lesioni cerebrali, malattie neurodegenerative o invecchiamento. L’ASHA ha deciso di realizzare un sondaggio sulla popolazione adulta perché le informazioni sulla stigmatizzazione erano meno disponibili rispetto a quelle sui bambini, dove erano presenti maggiori studi.
“È opportuno mettere in evidenza le stigmatizzazioni associate ai disturbi della comunicazione”, afferma la presidente dell’ASHA Tena McNamara. “Gli stigmi sono inaccettabili e generalmente sono il risultato di disinformazione e malintesi. Ascoltando, imparando di più e contrastando gli stereotipi, tutti noi possiamo contribuire a creare un ambiente più inclusivo che migliori la qualità della vita delle persone con difficoltà di comunicazione. Secondo le persone intervistate, dare loro il tempo adeguato per comunicare senza fare supposizioni migliorerebbe notevolmente la loro vita”.
Le risposte al sondaggio
Un ragazzo di 21 anni che ha partecipato al sondaggio ha dichiarato: “Vorrei che le persone sapessero che, nei momenti in cui le mie difficoltà di linguaggio o di parola diventano evidenti, la comprensione e la pazienza significano molto”. Una donna di 53 anni voleva che le persone capissero “che non sono stupida. Ho solo problemi a sentire se più persone parlano contemporaneamente”. Per un altro intervistato, di 61 anni, “ogni piccolo riconoscimento è molto importante”.
Le persone possono fornire questo aiuto, come suggerisce il sondaggio, in molti contesti. Più dell’80% delle persone intervistate ha dichiarato che le loro difficoltà di comunicazione hanno un impatto sulla loro vita. Quasi la metà ha riferito che ne risentono le relazioni importanti e il 67% ha riferito lo stesso per le interazioni quotidiane con persone diverse dai propri cari. Quasi il 60% ha dichiarato che gli incontri sociali e gli eventi possono essere stressanti e altrettante persone vorrebbero che gli altri fossero più disposti ad accogliere chi ha difficoltà di comunicazione.
C’è bisogno di maggiore informazione
I risultati del sondaggio indicano anche che è necessaria una maggiore informazione sulle opzioni di trattamento. Più della metà delle persone con difficoltà di udito o di linguaggio ha dichiarato di non avere sufficienti informazioni sulle opzioni terapeutiche. “È necessario educare la gente”, afferma la presidente dell’ASHA McNamara, che ha citato il kit di strumenti dell’ASHA sui miti della balbuzie come un esempio di strumento educativo da utilizzare, nonché gli sforzi delle associazioni che stanno lavorando per aumentare la consapevolezza su questi problemi.