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convincere anziano apparecchi acustici

Niente più scuse per chi non vuole sentire!

Gli apparecchi acustici migliorano la vita. A dirlo sono gli utilizzatori stessi e i loro famigliari. Chi indossa gli apparecchi si dichiara più attivo, più vitale con una vita sociale e di relazione decisamente superiore.

In Italia le persone con problemi di udito, più o meno gravi, sono 7 milioni e 200mila, e molti di loro potrebbero trarre notevoli benefici dall’utilizzo di un apparecchio acustico, ma solo il 29,5 % al momento li utilizza.

La resistenza iniziale in parte dipende dalla scarsa o incompleta informazione sui benefici e sul livello di tecnologia raggiunto dalle nuove protesi digitali. Spesso gli apparecchi acustici sono visti come ingombranti, fastidiosi, difficili da gestire oltre all’imbarazzo di indossarli e al pregiudizio della gente.

Questo causa un ritardo nella protesizzazione. Il tempo medio trascorso tra la presa di consapevolezza del disturbo e l’adozione di una protesi acustica è di circa 2-3 anni, ma a volte si arriva anche a 4 anni e oltre. Rimanere per molto tempo in una condizione di privazione uditiva rende più difficile il recupero successivo, oltre a concorrere a condizioni di depressione, isolamento sociale, fino a una precoce demenza senile a causa degli scarsi stimoli cerebrali ricevuti.

Il trattamento dei deficit acustici attraverso soluzioni uditive è dunque efficace per ritardare la comparsa di disturbi cognitivi mantenendo una buona funzionalità cerebrale e ha un enorme valore preventivo per forme patologiche fortemente connesse all’invecchiamento e dal costo sociale particolarmente elevato.

Convincere un anziano all’acquisto degli apparecchi acustici

I familiari di persone anziane con problemi di udito conoscono bene la reticenza nell’adozione degli apparecchi acustici. Nella maggior parte dei casi gli anziani non ne vogliono nemmeno sentire parlare, dicono di sentirci benissimo e chiudono il discorso senza possibilità di replica.

Un consiglio potrebbe essere quello di accompagnare il proprio familiare a un controllo dell’udito e a un colloquio con uno specialista dell’udito che può illustrare in maniera professionale le caratteristiche e i benefici degli apparecchi acustici.

Le espressioni sorprese dei pazienti che scoprono gli apparecchi acustici sono decisamente un aspetto appagante per un audioprotesista. Spesso non si aspettano che siano così leggeri, quasi impercettibili, che abbiano funzioni tanto avanzate, che si possano regolare tramite app e che siano ricaricabili proprio come un cellulare.

Il percorso applicativo

Conoscere nel dettaglio il percorso applicativo dell’apparecchio acustico è un altro aspetto fondamentale da tenere presente. C’è sempre un periodo di adattamento che deve essere affrontato con pazienza e con l’accompagnamento professionale di uno specialista. Lo sa bene chi acquista un paio di occhiali con le lenti multifocali. All’inizio non sono rare reazioni di nausea, ma dopo un periodo di adattamento di quegli occhiali non se può più fare a meno!

Lo stesso accade più o meno con gli apparecchi acustici. Reintrodurre nel mondo dei suoni una persona che per molto tempo ne è rimasta priva richiede un tempo che può variare a seconda del tipo di perdita uditiva e della reattività del paziente e che dura mediamente un mese.

L’applicazione della protesi acustica prevede in primo luogo un esame otoscopico e un’indagine audiologica delle capacità uditive mediante strumentazione idonea che unitamente all’utilizzo di questionari determini il profilo uditivo del paziente e l’entità della sua perdita.

Questi dati sono fondamentali per la scelta della protesi acustica, data l’esistenza in commercio di un’ampia varietà di dispositivi in termini di forma, posizione e caratteristiche.

Selezionata la protesi acustica più adatta, l’audioprotesista procede con l’adattamento della stessa alla perdita uditiva del paziente. Vista l’ampia diffusione delle protesi acustiche di tipo digitale, l’adattamento avviene per mezzo di software dedicati.

L’assistenza audiprotesica non termina con il periodo di adattamento ma prosegue per tutta la vita dell’apparecchio acustico per eventuali regolazioni e adattamenti e la manutenzione continua.

Cosa dice chi indossa gli apparecchi acustici

Quando una persona prende coscienza del peggioramento della propria vita di relazione sia in famiglia che nel lavoro, arriva in genere la decisione di adottare una protesi acustica.

Un’indagine del Censis del 2019 svolta su 1000 portatori adulti di apparecchi acustici rivela che le motivazioni che portano a tale decisione sono le difficoltà a percepire le voci sussurrate nel 45,5% dei casi, alla necessità di chiedere alle persone di ripetere ciò che hanno detto nel 54,7% dei casi fino alla difficoltà di sentire i programmi alla TV o alla radio nel 26,9% degli intervistati.

Sempre secondo tale indagine prevale la richiesta di una protesi poco visibile, nel 38,8% dei casi e che sia tecnologica e innovativa, nel 33,4% dei casi, mentre il 28,8% predilige facilità di utilizzo e autonomia di utilizzo.

Dopo l’adozione, i portatori si dichiarano soddisfatti nell’86,7% dei casi. Se avete dunque un familiare reticente nell’acquisto un consiglio è quello di farlo parlare con qualcuno che l’apparecchio acustico lo ha acquistato e che gliene descriverà entusiasta tutti i benefici.

Infatti il 72% delle persone dichiarano che se ne avessero conosciuto tutti i vantaggi avrebbero acquistato gli apparecchi acustici molto prima.

La tecnologia negli apparecchi acustici

Nello scorso anno sono state applicate in Italia circa 450.000 protesi acustiche, delle quali circa il 40% sono totalmente o parzialmente rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre il restante 60% è distribuito privatamente.

La spesa annua per ricerca e sviluppo delle aziende produttrici, con un incremento – dal 2010 al 2017 – del 75%, conferma l’enorme spinta all’innovazione tecnologica del comparto.

Questi investimenti hanno permesso di raggiungere livelli tecnologici e prestazionali impensabili fino a poco tempo fa: riconoscimento della voce in ambiente rumoroso, restituzione della profondità del suono, perfetta integrazione tra i due prodotti in caso di applicazione binaurale, data logging, selezione automatica dei programmi di ascolto in base ai diversi ambienti quotidiani, collegamento wireless con dispositivi elettronici (smartphone, radio, televisione), cancellazione del feedback (fischi e ronzii) e piena compensazione dell’ipoacusia senza fastidi.

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