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Coronavirus e problemi all’orecchio: prime osservazioni
Nel dicembre 2019, diversi casi di polmonite si sono registrati a Wuhan, in Cina, e segnalati all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il 6 gennaio 2020 è stata identificata la causa in un nuovo coronavirus denominato Covid-19 (Coronavirus Disease 2019). Il nuovo coronavirus è diventato in pochi mesi un’emergenza sanitaria globale, causa di una pandemia che ha colpito indistintamente tutti i 5 continenti. Alla metà di ottobre 2020 i casi registrati di contagio sono 38,2 milioni in tutto il mondo, con oltre un milione di decessi.
Le caratteristiche cliniche vanno dall’assenza di sintomi, alla febbre, alla tosse secca, alla stanchezza, alla mancanza di respiro, alla perdita del gusto e dell’olfatto. Sono state segnalate un numero significativo di manifestazioni del sistema nervoso centrale e periferico, tra cui malattie cerebrovascolari, disturbi cognitivi e della vista, ma non è chiaro se si tratti di una complicazione del Covid-19 o di effetti collaterali dei farmaci.
Coronavirus e danni all’udito
Esistono già relazioni note tra alcune infezioni virali – come quella da citomegalovirus – e la perdita dell’udito, ma non esistono ancora evidenze se tra le conseguenze del nuovo coronavirus si possano includere danni al sistema audio vestibolare, come perdita dell’udito, acufene o vertigini. Per questo sono state analizzate ricerche e pubblicazioni scientifiche che mettevano in relazione il virus Covid-19 con i problemi all’udito.
La documentazione scientifica in merito è ancora scarsa poiché a oggi si è principalmente concentrata su diagnosi, terapie, tassi di mortalità, e sulle conseguenze a lungo temine dell’infezione sulle vie respiratorie e meno su altri probabili effetti secondari.
Sono stati identificati soltanto sette studi realizzati in Asia e in Europa che mettevano in relazione il coronavirus con i danni uditivi. L’incidenza dei sintomi audio-vestibolari segnalati in questi studi era inferiore all’1%, il che indica che questi sintomi sono poco comuni o che l’attenzione, finora, si è concentrata su sintomi potenzialmente letali. La qualità degli studi finora eseguiti in materia è ancora scarsa e non permette una valutazione completa degli effetti a lungo termine.
Tra le cause di eventuali danni all’udito possono essere individuati anche alcuni farmaci per il trattamento del Covid-19. Per esempio, l’idrossiclorochina e la clorochina sono state prescritte per quasi il 12% dei pazienti affetti da Covid-19 in Europa. Questi farmaci hanno effetti collaterali noti, tra cui acufene e perdita dell’udito.
Conclusioni
Per ora possiamo stare tranquilli, le segnalazioni di sintomi audio-vestibolari in casi confermati di Covid-19 sono poche, anche se, forse, solo per mancanza di studi di qualità. Con il passare del tempo l’enfasi si sposterà probabilmente verso le conseguenze a lungo termine sulla salute, come le disfunzioni audio-vestibolari. Sono necessari studi su diverse fasce d’età per indagare gli effetti acuti del coronavirus, compresi gli effetti temporanei che possono essere causati, ad esempio, dai farmaci, oltre che per comprendere i rischi a lungo temine sull’udito.
