Confessi chi non ha mai sognato di svegliarsi una mattina e di non sentire più la voce del compagno o della compagna che si lamenta di come ha dormito male?…

L’orecchio del surfista: una patologia silenziosa legata agli sport acquatici
Negli ultimi anni, sport acquatici come il surf, il nuoto in acque libere e il paddleboarding hanno conquistato milioni di appassionati, attratti dall’adrenalina e dal contatto diretto con la natura. Tuttavia, pochi sanno che queste attività comportano un rischio poco conosciuto ma significativo: lo sviluppo dell’orecchio del surfista, una condizione clinica chiamata in termini medici esostosi del condotto uditivo esterno.
Cos’è l’orecchio del surfista?
L’orecchio del surfista è una condizione in cui si formano delle escrescenze ossee nel condotto uditivo, il canale che trasporta le onde sonore dal padiglione esterno fino al timpano. Con il tempo, queste escrescenze possono restringere il canale e ostacolare il passaggio del suono, causando perdita dell’udito.
La patologia prende il nome dal surf perché è particolarmente diffusa tra chi pratica regolarmente sport in acque fredde e ventose. Si stima infatti che oltre il 68% dei surfisti ne sia affetto in qualche misura. Tuttavia, non sono solo i surfisti a rischio: anche chi pratica nuoto all’aperto, kayak o windsurf può sviluppare questa patologia.
Cause e meccanismo
La causa principale dell’orecchio del surfista è l’esposizione ripetuta all’acqua fredda e al vento. Questi stimoli termici sembrano attivare gli osteoblasti, cellule che stimolano la formazione di nuovo tessuto osseo, come risposta protettiva nei confronti del timpano. Questo meccanismo naturale, pensato per proteggere le strutture sensibili dell’orecchio, finisce però per avere un effetto controproducente.
Con il passare del tempo, le escrescenze ossee invadono progressivamente il condotto uditivo, bloccando il passaggio dell’aria e del suono. Questo può portare a sintomi come:
- Calo dell’udito (parziale o totale)
- Accumulo di cerume e acqua, che può peggiorare la perdita uditiva
- Infezioni ricorrenti, come l’otite esterna (nota anche come orecchio del nuotatore)
Orecchio del surfista vs. orecchio del nuotatore
È importante distinguere l’orecchio del surfista dall’otite esterna, spesso chiamata “orecchio del nuotatore”. Quest’ultima è un’infezione causata dalla permanenza dell’acqua nel condotto uditivo, che favorisce la proliferazione batterica. Sebbene le due condizioni possano coesistere e aggravarsi a vicenda, hanno cause e trattamenti diversi.
Come si può prevenire?
La buona notizia è che l’orecchio del surfista si può prevenire con alcune precauzioni:
- Tappi per le orecchie: riducono l’ingresso di acqua e il contatto con l’aria fredda
- Cuffie da surf o mute con cappuccio: proteggono l’intera area della testa dal vento e dal freddo
- Limitare l’esposizione regolare: l’insorgenza della patologia è legata a un’esposizione prolungata nel tempo (spesso oltre 10 anni)
Trattamento
Nei casi più gravi, quando si manifesta una significativa perdita dell’udito o infezioni ricorrenti, può essere necessario ricorrere a un intervento chirurgico chiamato canalplastica. Questa operazione consiste nella rimozione dell’osso in eccesso per ripristinare il normale calibro del condotto uditivo. Dopo l’intervento, è consigliabile evitare il contatto con l’acqua per almeno 2-3 mesi.
Consigli
L’orecchio del surfista è una condizione reale e in crescita, non solo tra i surfisti professionisti ma anche tra chi pratica sport acquatici per hobby. Sebbene non sia pericolosa per la vita, può compromettere seriamente la qualità dell’udito e portare a complicazioni se non diagnosticata e trattata tempestivamente.
Per chi ama le onde e l’avventura, la prevenzione resta la miglior difesa: mai dimenticare i tappi per le orecchie, soprattutto se si affrontano acque fredde o ventose. Meglio qualche piccolo fastidio oggi che una seria perdita uditiva domani.
