L'intervento per l'impianto cocleare viene eseguito in anestesia generale da un medico chirurgo otorinolaringoiatra o audiologo. L'idoneità all'intervento deve essere valutata tramite una serie di esami di tipo clinico. Gli…
Apparecchio acustico e impianto cocleare assieme (bimodale)
L’impianto cocleare invia impulsi elettrici, piccole scosse, al nervo acustico per riprodurre l’ambiente sonoro. L’apparecchio acustico invece amplifica i suoni e li indirizza al timpano rendendoli udibili. Molte persone indossano un apparecchio acustico e un impianto cocleare dall’altro lato. Da una parte scosse e suoni dall’altro, due cose che sembrano incompatibili invece si fondono a dare una sensazione sonora completa e realistica.
Come è possibile questo miracolo? Al centro del sistema uditivo c’è il cervello con una serie di nuclei di elaborazione posti tra l’orecchio e la corteccia. Sono proprio questi nuclei uditivi e la corteccia a interpretare e rendere armoniosamente intelleggibili suoni e impulsi elettrici. Le vie nervose sono dotate dalla nascita sino alle età più avanzate della capacità di adattarsi agli stimoli sensoriali; nei bambini la plasticità cerebrale è massima ma anche in età adulta e negli anziani è ancora ben presente. La plasticità è in grado di trasformare il cervello acustico di una persona con impianto cocleare e di rendere non solo gli impulsi elettrici erogati dallo strumento decifrabili e “normali” ma anche di “miscelarli” armoniosamente con i suoni che provengono dall’altro orecchio.
La stimolazione bimodale, impianto cocleare e apparecchio acustico controlaterale, è una soluzione utile per chi ha una sordità completa o profonda da un lato, non più adatta a un apparecchio acustico, e medio-grave dall’altro. In genere si tratta di sordità evolutive che peggiorano lentamente negli anni e l’impianto viene posizionato sempre dal lato con udito peggiore.
Il periodo di adattamento
Il periodo di adattamento alla stimolazione bimodale richiede qualche mese. All’inizio il paziente sfrutta meglio il lato con l’apparecchio, anche perché il cervello è abituato così, poi con il passare del tempo la stimolazione fornita dall’impianto, che è generalmente più ricca e completa, prende il sopravvento surclassando l’apporto della protesi. Dopo qualche anno è frequente che il paziente chieda un impianto cocleare anche dal lato dell’apparecchio per migliorare ulteriormente l’ascolto.