Dall'inizio della pandemia di COVID-19, ci sono stati diversi report nella letteratura professionale sulla possibile perdita dell'udito causata dalla malattia. Un nuovo studio dell'Università di Tel Aviv, in collaborazione con…
Long Covid e perdita uditiva nei giovani
Un recente studio pubblicato sulla rivista eClinicalMedicine ha rivelato che il COVID-19 triplica il rischio di perdita dell’udito nei giovani adulti, evidenziando l’urgente necessità di indagare gli effetti a lungo termine del virus sulla salute uditiva, alla luce delle nuove evidenze di improvvisa perdita dell’udito neurosensoriale tra i soggetti infetti.
I ricercatori della Corea del Sud hanno condotto uno studio basato sulla popolazione tra i giovani adulti per determinare l’associazione tra COVID-19 e la perdita dell’udito, inclusa la perdita uditiva improvvisa neurosensoriale.
Pandemia e perdita uditiva
La pandemia di COVID-19 ha colpito oltre 775 milioni di persone in tutto il mondo e ha causato oltre sette milioni di decessi. Le conseguenze post-infezione, comunemente note come long COVID, continuano a colpire una parte significativa degli individui guariti dalle infezioni da sindrome respiratoria. Inoltre, i sintomi del long COVID colpiscono vari organi, come gli apparati cardiovascolare, gastrointestinale, polmonare, renale e neurale.
Gli studi hanno segnalato casi di perdita dell’udito neurosensoriale e perdita improvvisa associata al COVID-19, il che suggerisce un impatto del COVID-19 sul tronco encefalico. Questo indica anche che la perdita dell’udito potrebbe essere uno dei sintomi non specifici del COVID-19.
È stato segnalato che la meningite virale e batterica, in cui si ritiene che l’infiammazione meningea si diffonda alla coclea, causa una perdita improvvisa dell’udito. Numerosi casi recenti tra i giovani adulti hanno suggerito che la perdita dell’udito potrebbe essere un grave problema di salute associato al COVID-19, ed è fondamentale studiare l’associazione su larga scala.
L’ultimo studio viene dalla Corea
Pubblicato a fine agosto sulla rivista eClinicalMedicine, lo studio coreano ha utilizzato i dati del registro COVID-19 della Korea Disease Control and Prevention Agency e del database del National Health Insurance Service per ottenere informazioni sulle diagnosi di COVID-19, nonché sui tipi, le date e le dosi del vaccino.
Il database del National Health Insurance Service forniva un’ampia gamma di dati, tra cui fattori sociodemografici, risultati di esami sanitari, visite ambulatoriali, cartelle cliniche di ricoveri ospedalieri e prescrizioni, nonché trattamenti medici.
Lo studio ha incluso solo giovani adulti di età compresa tra 20 e 38 anni a cui è stata diagnosticata l’infezione COVID-19 tramite tamponi oro- o nasofaringei.
La perdita uditiva neurosensoriale improvvisa era l’esito secondario esaminato nello studio. Per determinare il rischio di perdita uditiva neurosensoriale improvvisa, sono stati condotti follow-up fino a una diagnosi di perdita uditiva, morte o fine dello studio.
La perdita dell’udito è stata diagnosticata in base all’incapacità di udire suoni inferiori a 25 decibel, mentre la perdita improvvisa dell’udito neurosensoriale è stata diagnosticata in base al rapido sviluppo di una perdita dell’udito superiore a 30 decibel entro 72 ore.
I ricercatori hanno eseguito varie analisi statistiche e di sensibilità per determinare l’associazione tra le infezioni da SARS-CoV-2 e un aumento del rischio di perdita dell’udito o di sordità neurosensoriale improvvisa tra i giovani adulti, tenendo conto di tutte le varianti demografiche, fisiologiche e legate allo stile di vita.
Più a rischio chi ha contratto l’infezione
Lo studio ha rilevato che il rischio di perdita dell’udito o di ipoacusia neurosensoriale improvvisa era più elevato dopo un’infezione da SARS-CoV-2 tra i giovani adulti. Rispetto agli individui che non hanno mai avuto il COVID-19, quelli che sono guariti da COVID-19 avevano un rischio 3,44 volte maggiore di perdita dell’udito e 3,52 volte maggiore di perdita improvvisa dell’udito neurosensoriale.
Anche dopo aver aggiustato le varianti legate allo stile di vita e ai fattori metabolici, l’associazione è rimasta significativa. I ricercatori hanno anche discusso alcune ipotesi proposte per spiegare l’associazione tra infezioni da SARS-CoV-2 e perdita dell’udito.
Si ritiene che l’orecchio interno sia suscettibile alle infezioni da virus. Studi su topi infettati con il virus dell’herpes simplex hanno evidenziato una perdita dell’udito dopo l’infezione virale. Si ritiene che l’infezione delle cellule epiteliali dell’orecchio interno contribuiscano alla perdita dell’udito.
Altri studi hanno anche riportato la persistenza del SARS-CoV-2 nell’orecchio molto tempo dopo la guarigione dall’infezione iniziale, suggerendo che la capacità del virus di rimanere nei tessuti a lungo termine potrebbe essere una ragione alla base della perdita dell’udito.
Necessari studi più ampi
Nel complesso, i risultati hanno suggerito un’associazione significativa tra COVID-19 e lo sviluppo di perdita dell’udito nei giovani adulti. Tuttavia, i ricercatori ritengono che limitazioni come l’assenza di dati audiologici oggettivi, il disegno dello studio retrospettivo e l’incapacità di generalizzare questi risultati a popolazioni più ampie giustifichino un’attenta interpretazione di questi risultati e richiedano ulteriori ricerche sull’argomento.
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Rif: Hye Jun Kim, Seogsong Jeong, Kyuwoong Kim,Joon Don Lee, Yun Hwan Oh, Michelle J. Suh, Incidence of hearing loss following COVID-19 among young adults in South Korea: a nationwide cohort study – https://doi.org/10.1016/j.eclinm.2024.102759