La sordità può insorgere a qualunque età. Può essere di diversi tipi e gradi. Risolvere i problemi della sordità è possibile con soluzioni personalizzate. Come funziona l'udito I suoni provenienti…
I suoni della natura fanno bene all’umore
L’inquinamento acustico nelle nostre città è in continuo aumento. E non solo nelle aree urbane. Il rumore è ormai giunto anche in aree rurali e selvagge, come boschi e parchi naturali. E’ l’allarme lanciato negli Stati Uniti da Kurt Fristrup, scienziato del National Park Service.
Inquinamento acustico anche nelle aree selvagge
L’aumento delle reti di trasporto terrestre e aereo, le attività estrattive, quelle ricreative all’aperto con utilizzo di mezzi motorizzati, l’espansione urbana sono tra i principali fattori che causano inquinamento acustico non solo nelle zone abitate, ma anche in aree remote popolate da fauna selvaggia.
Questo rappresenta una minaccia non solo per gli essere umani, ma anche per gli animali nei quali Kurt Fristrup ha riscontrato cambiamenti nel comportamento, nelle modalità di procacciamento del cibo, nelle attività predatorie e anche riproduttive. Il fenomeno di particolare gravità indica che sono necessarie azioni di contenimento per arginare le conseguenze ecologiche dell’esposizione cronica al rumore in tutti gli ambienti terrestri.
Il potere terapeutico dei suoni
Che il silenzio e i suoni della natura abbiano un potere calmante ce ne siamo accorti anche in questo periodo di lockdown, quando costretti in casa abbiamo potuto apprezzare, soprattutto nelle nostre città, il ritorno del cinguettio degli uccelli e i suoni leggeri della natura normalmente coperti dal rumore delle attività umane.
E questo è confermato anche da una ricerca condotta da Derrick Taff della Pensilvania State University nella quale ha voluto testare il potere dei suoni nel ridurre lo stress. Se è noto come il contatto con la natura può favorire il rilassamento e avere dei benefici persino dal punto vista fisico, Taff ha voluto concentrarsi nello specifico sull’effetto dei suoni sull’umore.
Oltre 100 studenti sono stati sottoposti a un test. Dapprima è stato mostrato loro un video dai contenuti sconvolgenti. Di seguito, in maniera del tutto casuale alcuni di loro sono stati sottoposti all’ascolto di rumori della natura, altri a rumori naturali intervallati da rumori derivanti da attività umane (voci, rumori urbani, ecc.). Chi aveva ascoltato solo suoni naturali, ha mostrato un recupero più veloce dell’umore, misurato secondo i paramentri BMIS (Brief Mood Introspection Scale).
Questo risultato suggerisce potenziali percorsi di ricerca per esaminare l’impatto degli stimoli sonori sulla cognizione, lo stress, il comportamento e una serie di altri processi legati alla salute e al benessere.
Il rumore in ospedale: rischi per pazienti e medici
Della pericolosità dell’aumento dell’inquinamento sonoro se n’è occupato anche Andreas Xyrichis del King’s College di Londra insieme a John Wynne, indagando la situazione negli ospedali. Infatti l’aumento di rumore nei vari reparti, compresi quelli della terapia intensiva è causa di danni sia nei pazienti che nel personale medico e infermieristico.
“Sappiamo che il rumore in ospedale – afferma Xyrichis – ha conseguenze negative per il sonno. I rumori dei macchinari hanno effetti devastanti sull’eccitabilità degli individui: così come il rumore è negativo per i pazienti ospedalizzati, lo è anche ugualmente per il recupero dei post-ospedalizzati. Per esempio, nella degenza post-operatoria dell’unità coronarica, caratterizzata da un eccessivo rumore, i pazienti vanno incontro a un maggiore tasso di riospedilzzazione rispetto a pazienti trattati in ambienti con minore impatto acustico.”
I ricercatori sottolineano come sia necessario un nuovo approccio per affrontare il problema che deve partire dalla progettazione architettonica dei luoghi dei cura, che deve contemplare anche una valutazione acustica. Così come sarebbe utile prevedere dei ‘semafori’ per segnalare l’eccessivo aumento dei decibel.
Ma non tutti i rumori, anche se forti, sono considerati fastidiosi dai pazienti. Ad esempio alcuni trovano confortante il rumore del carrello che porta tè e bevande, così come alcuni pazienti del reparto di terapia intensiva accolgono con favore lo squillo di un telefono, come segnale che non sono soli.
Ancora una volta è evidente come anche i suoni hanno un effetto positivo sull’umore, proprio come la vista di un paesaggio, di un piatto gustoso o di una persona cara!