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dai coccodrilli la cura per la sordità

Dai coccodrilli una speranza per la cura della sordità

Oltre 1,2 miliardi di persone nel mondo soffrono di perdita dell’udito. I coccodrilli, invece, hanno un udito perfetto per tutta la vita e possono vivere fino a 70 anni. La scoperta ha incuriosito un gruppo di ricerca dell’Università di Uppsala in Svezia che ha studiato l’udito di due coccodrilli cubani maschi (Crocodylus rhombifer) e un coccodrillo nano africano maschio adulto (Osteolaemus tetraspis), nella speranza di trovare una cura che possa restituire l’udito anche all’uomo.

Le cellule ciliate

Nella salute dell’udito giocano un ruolo fondamentale le cellule ciliate. Sono minuscole cellule a forma di ciglia situate nell’orecchio interno che sono responsabili della trasmissione dei suoni dall’esterno dell’orecchio verso l’interno del cervello trasformandoli in impulsi sonori. Insomma sono quelle che ci permettono di sentire.

Queste cellule subiscono una degenerazione con l’avanzare dell’età, motivo per cui a 70 anni non si ha più l’udito di un ventenne. Il processo è del tutto naturale, quanto inarrestabile. Anche altre cause come traumi acustici o malattie dell’orecchio possono accelerare la degenerazione di queste cellule preziose.

E allora perché non trovare un modo per rigenerarle e ridare l’udito? La rigenerazione delle cellule ciliate è una delle principali sfide attuali della ricerca scientifica in campo audiologico con molti filoni attualmente attivi, nessuno dei quali ha dato però finora i risultati sperati.

>> Leggi anche “Più vicini alla cura della sordità: trovato il gene che rigenera le cellule ciliate”

Lo studio sui coccodrilli

E così oggi arriva anche lo studio dell’Università di Uppsala sui coccodrilli. Questi animali infatti hanno la capacità di rigenerare le cellule ciliate lungo tutto l’arco della loro vita, non solo in seguito a traumi, ma anche in condizioni normali.

Insomma un po’ come succede nell’uomo con un taglio o un’abrasione. Con il tempo la ferita si rimargina e nascono nuove cellule che ricostruiscono il tessuto danneggiato. La pelle è infatti un organo estremamente dinamico, poiché le cellule dell’epidermide si rinnovano continuamente.

Non accade lo stesso nell’orecchio. Una volta che le cellule ciliate si degenerano per invecchiamento o altre cause, non nascono nuove cellule con la conseguente perdita graduale delle capacità uditive.

Nella ricerca condotta sui coccodrilli dall’università Uppsala “possiamo notare che le nuove cellule ciliate [nei coccodrilli] sembrano formarsi dall’attivazione delle cosiddette cellule di supporto, il che è legato al fatto che i coccodrilli hanno determinate strutture cellulari che sembrano mancare agli esseri umani. La nostra ipotesi è che siano i nervi che trasportano gli impulsi dal cervello, i cosiddetti nervi efferenti, a innescare la ricrescita”, spiega Helge Rask-Andersen, professore di otologia sperimentale all’Università di Uppsala e uno dei ricercatori autori dello studio, pubblicato di recente sulla rivista Frontiers in Cell and Developmental Biology.

Una scoperta interessante è che nell’orecchio del coccodrillo vengono secrete piccole particelle cellulari. Le particelle assomigliano a esosomi e possono secernere enzimi che rompono o formano la membrana contro cui le ciglia dell’orecchio sfregano quando arriva il suono. Gli esosomi formano piccoli alveoli, cavità che rendono più facile per le ciglia piegarsi quando le vibrazioni sonore raggiungono l’orecchio.

“Un’ipotesi è che questo aumenti la sensibilità al suono e che l’udito migliori. La nostra speranza è di imparare come i coccodrilli rigenerano le loro cellule ciliate e di poterlo fare in futuro anche sulle persone”, spiega Helge Rask-Andersen.


Reference: “Regeneration in the Auditory Organ in Cuban and African Dwarf Crocodiles (Crocodylus rhombifer and Osteolaemus tetraspis) Can We Learn From the Crocodile How to Restore Our Hearing?” by Hao Li, Karin Staxäng, Monika Hodik, Karl-Gunnar Melkersson, Mathias Rask-Andersen and Helge Rask-Andersen, 4 July 2022, Frontiers in Cell and Developmental Biology.
DOI: 10.3389/fcell.2022.934571


Immagine di copertina: TravelScape on Freepik

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