Dall'inizio della pandemia di COVID-19, ci sono stati diversi report nella letteratura professionale sulla possibile perdita dell'udito causata dalla malattia. Un nuovo studio dell'Università di Tel Aviv, in collaborazione con…
I falsi miti da sfatare sulla sordità
Troppi ancora sono i tabu, gli stigmi e i falsi miti sulla sordità. Ancora poco conosciuta e considerata una disabilità da nascondere, la sordità ha bisogno di nuovi strumenti per essere divulgata e per aiutare le persone a riconoscerla e gestirla.
E quando colpisce i bambini si pensa che siano condannati a una vita difficile e diversa dai propri coetanei e che siano destinati a non essere mai come gli altri. Ma chi meglio di una mamma con due figli con problemi di udito può sfatare i falsi miti?
E così Chaya Raichik scrive su Colive in maniera chiara e diretta quali sono i miti da sfatare sulla sordità, specialmente nei bambini. Il suo obiettivo è quello di aiutare altre persone nella sua situazione e informare su cosa sia realmente l’ipoacusia.
Tutti i bambini con problemi di udito sono sordi: FALSO
La perdita dell’udito ha diversi gradi: da lieve a moderata, da grave a profonda. Etichettare tutti i bambini con perdita uditiva come sordi è come etichettare tutti i bambini con problemi di vista come ciechi. I bambini con ipoacusia lieve e moderata possono sentire la maggior parte dei suoni in modo naturale, ma possono avere difficoltà a seguire una conversazione in un ambiente rumoroso. Gli apparecchi acustici aiutano ad amplificare i suoni in modo naturale per sentire chiaramente anche il parlato. I bambini con ipoacusia grave e profonda vengono solitamente sottoposti a impianti cocleari. Gli impianti cocleari sostituiscono elettronicamente la funzionalità della coclea (che è l’organo deputato alla trasformazione dei suoni nel cervello) per ridare al bambino un accesso diretto ai suoni.
Gli apparecchi acustici sono grandi, ingombranti e brutti: FALSO
50 anni fa era molto raro vedere bambini di tre anni con gli occhiali. Erano grandi e ingombranti e i bambini venivano presi in giro. Oggi, chi si stupisce più di vedere un bambino con gli occhiali? Lo stesso vale per la perdita dell’udito. Oggi esistono apparecchi acustici e impianti cocleari di tutti i colori per i bambini. Sono piccoli, estremamente tecnologici e dotati di Bluetooth per essere collegati in streaming direttamente al telefono o al computer.
I bambini ipoacusici hanno bisogno del linguaggio dei segni e non impareranno mai a leggere: FALSO
Oggi i bambini con perdita uditiva possono ricevere una protesi acustica efficace o un impianto cocleare. Gli impianti cocleari possono essere installati già nei bambini di pochi mesi. Il linguaggio dei segni è oramai un ricordo, usato solo da chi è cresciuto nelle generazioni precedenti, prima che la tecnologia audiologica raggiungesse i livelli odierni. I bambini grazie alla diagnosi precoce, all’apparecchio acustico o all’impianto cocleare, in tempi rapidi possono, con la rieducazione al linguaggio, accedere senza problemi alle scuole elementari. Anche i bambini che ricevono una diagnosi tardiva, entro il sesto anno di età, di possono raggiungere risultati positivi, ma potrebbero aver bisogno di una terapia rieducativa più lunga.
I bambini con perdita uditiva soffrono, sono gravemente menomati o disabili: FALSO
La perdita dell’udito ha diverse sfaccettature. I bambini ipoacusici frequentano le scuole come tutti gli altri, crescono, si sposano e si inseriscono a pieno titolo nella società senza che nessuno si accorga della differenza. I minori con perdita dell’udito hanno diritto a facilitazioni per l’acquisto dell’apparecchio acustico o per il sostegno didattico. Nel caso di sordità grave o totale l’impianto cocleare può garantire un futuro normale di comunicazione e vita sociale. Nei primi anni di vita i bambini ipoacusici richiedono attenzioni riabilitative personalizzate al grado e tipo di perdita uditiva, è per questo motivo che all’applicazione di apparecchi e impianti viene abbinata la logopedia.
La perdita dell’udito è genetica e facendo dei test genetici possiamo ridurre la prevalenza della perdita dell’udito. FALSO
Sebbene sia possibile ridurre il numero di bambini nati con ipoacusia attraverso i test genetici, nulla esclude che l’ipoacusia possa svilupparsi in seguito. A causa dell’avvento dei dispositivi digitali, degli auricolari e dei subwoofer a volume assurdo ai concerti e agli eventi, il CDC, Centers for Disease Control and Prevention (l’equivalente statunitense del nostro Ministero della Salute) stima che un adolescente su otto soffra di ipoacusia in entrambe le orecchie e uno su sei in un orecchio solo. Inoltre può capitare che i bambini abbiano otiti o ristagno di liquido nelle orecchie in giovane età, che possono causare ipoacusia.
Se sposo una persona con una perdita genetica dell’udito, tutti i miei figli avranno una perdita dell’udito: FALSO
Se il coniuge A ha un’ipoacusia genetica recessiva, ma il coniuge B non ha lo stesso gene, allora nessuno dei figli avrà un’ipoacusia. Anche se un genitore è affetto da ipoacusia, nessuno dei figli avrà nascerà sordo finché il secondo genitore non ha lo stesso gene.
Dovremmo lavorare per educare le persone alla perdita dell’udito: VERO!
Bisognerebbe porre maggiore attenzione al problema e fare campagne di informazione e sensibilizzazione. Se un bambino non risponde ai suoni, un controllo audiologico può dare delle risposte certe. Tutti i bambini con ipoacusia anche lieve devono ricevere una terapia efficace. Sottoporli precocemente a protesizzazione e iniziare subito la terapia riabilitativa del linguaggio è fondamentale e porta a risultati positivi e durevoli.
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