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Quanto può essere utile l’apparecchio acustico per comunicare: l’esperienza di Kayla

Le conversazioni tra persone hanno un volume che si aggira attorno ai 50-60 decibel (dB). Chi ha una perdita uditiva in questo intervallo ha difficoltà a interagire nei dialoghi con gli altri e si sente spesso escluso. Questo potrebbe non valere per tutti. Alcune voci sono più acute, altre più gravi, alcuni parlano a voce più alta, altri più bassa con il risultato di capire sono parti di una conversazione o essere selettivi con alcune persone.

È questo il caso di Kayla DeGuire, 35 anni di Seattle, autrice per Hearing like me, il magazine online di Phonak. Kayla Ha una perdita uditiva diagnosticata fin dalle elementari, ma si è sempre rifiutata di indossare gli apparecchi acustici. Ora indossa un paio di apparecchi Phonak e la sua vita è decisamente migliorata.

“Sentivo bene le voci delle donne nelle conversazioni one-to-one” – scrive Kayla – “a meno che non parlassero a bassa voce. Le voci maschili più profonde erano invece più difficili da comprendere, tranne quando parlavano a voce molto alta. E questo cambiava nei diversi contesti. Ad esempio le mascherine indossate durante il Covid hanno certamente complicato la situazione. E poi le conversazioni possono iniziare ovunque, dietro di me, di fianco, il che rende le cose ancora più difficili. Questo mi ha portato a capire che gli apparecchi acustici mi avrebbero aiutato molto in queste situazioni.”

“A volte riesco a sentire bene una persona, ma non un’altra. Quindi tendo a favorire la conversazione con la persona che capisco. E così l’altra che io la stia ignorando, ma è solo che non la sento. Altre volte una persona comincia a parlare e all’inizio sento quello che dice, ma poi le parole iniziano a sembrare più confuse. E così devo interrompere la conversazione e spiegare che non sto capendo e questo non è sempre semplice.”

“Ci sono volte in cui ho lasciato che il mio partner parlasse al posto mio, come al ristorante o in un negozio, solo perché non avevo capito cosa si stava dicendo. In questi casi mi sento un po’ fuori dal mondo”

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Perché ho iniziato a portare gli apparecchi acustici

“Mentre prima riuscivo a cavarmela senza i miei apparecchi acustici (o almeno pensavo di riuscirci), sapevo che non potevo più continuare così nelle situazioni in cui cercavo di socializzare. La mia perdita uditiva è progressiva. Con il tempo capire ciò che mi veniva detto è diventato una specie di indovinello. Il fatto che ogni conversazione potesse essere un fallimento era diventato frustrante.”

“I miei apparecchi acustici mi hanno aiutato in queste situazioni, così come nell’ascolto delle conversazioni al telefono o dell’audio del mio computer via Bluetooth. Era stupido continuare a combattere questa battaglia e non voler indossare gli apparecchi acustici. Ho iniziato a rendermi conto che la mia vita sarebbe stata molto più facile se li avessi semplicemente accettati.”

Accettazione dei miei apparecchi acustici

“Ero solita pensare che sarei stata più libera se non avessi indossato gli apparecchi acustici. Non volevo questi oggetti tecnologici nelle mie orecchie e quindi evitavo di indossarli. Ma questo mi portava a fuggire dalle conversazioni e a escludermi dal mondo. La mia paura aumentava quando non riuscivo a capire bene quello che la gente diceva. Pensavo ancora di cavarmela perché non vedevo gli apparecchi acustici come una risposta sia per la mia sensibilità ai suoni che per i problemi di adattamento. Ho notato un miglioramento nella qualità del suono quando ho applicato gli apparecchi, e credo che questo abbia reso possibile un miglioramento.”

“Indossare i miei apparecchi acustici oggi mi permette di interagire in tutti gli ambienti senza preoccupazioni. Ci sono momenti in cui ho bisogno di ulteriori regolazioni per adattare i miei apparecchi acustici, ma indossarli mi toglie il peso di sforzarmi per provare a sentire. Ho notato che le mie interazioni sociali sono migliorate grazie agli apparecchi acustici.”


Immagine copertina: freepik – www.freepik.com

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